martes, 23 de junio de 2009

L'Invito



Valerio mi disse che mi sarebbe passato a prendere alle 20. Quella sera avrei conosciuto , dopo 2 mesi che stavamo insieme, la sua famiglia . Indossai un vestito corto fino alle ginocchia, perché era luglio e faceva caldo. Alle 20 in punto Valerio era giá sottocasa nella sua Skoda ad aspettarmi. Salii in macchina. Ero agitata perché non avevo idea di come sarebbe ansato il primo incontro con sua madre, suo padre e suo fratello.
Quando entrammo in casa, Valerio mi presentó suo padre, Roberto, alto, capelli brizzolati e occhi azzurri. Molto educatamente mi invitó a sentirmi come se fossi a casa mia. Di seguito salutai la madre, Rosalba, una donna sulla cinquantina, permanente bionda, ben vestita e truccata. Mi sembrava una profesoressa. Ma in realtá faceva la segretaria del padre di Valerio, che faceva l’avvocato. Fabrizio, il fratello di Valerio, era ad aspettarci seduto al tavolo dove avremmo cenato.Sembrava timido, ma non ci feci molto caso. Ricordo di avere una fame tremenda.
Ci sedemmo tutti per cenare. Rosalba portó il primo piatto in tavola,mentre di fronte a me, Fabrizio iniziava a fissarmi in modo strano.’Sará introverso’-pensavo. Valerio mi teneva la mano, ed io iniziavo a provare un misto tra calore ed imbarazzo. Non sapevo davver ocosa dire di fronte alla famiglia di Valerio.
Roberto mi versó del vino rosso mentre mi chiedeva cosa facessi nella vita. ‘Mi guadagno da vivere facendo la cameriera-gli risposi-a volte faccio piccoli lavoretti part-time’. Non feci in tempo a bere il mio bicchiere di vino che sentii un piede prima sfiorarmi, poi accarezzarmi la gamba. Sorpresa, mi sentii arrossire. Non poteva essere Valerio a farmi piedino, perché era seduto accanto a me e mi teneva la mano. E poi Valerio : queste cose lui non le avrebbe mai fatte.
Di fronte a me avevo la madre,il padre e il fratello del mio ragazzo. Tutti e tre mi fissavano mentre parlavano con me. Non avevo idea di chi fosse quel piede che lentamente e soavemente, mi stava accarezzando la gamba salendo sempre piú su. All’inizio mi faceva senso sentire quel corpo estraneo sulla mia pelle. Ma poi iniziai a sentire una specie di piacere che non sapevo spiegarmi .Soprattutto avevo paura che Valerio potesse accorgersi di qualche mio atteggiamento strano. E quando il piede arrivó a sfiorarmi ed accarezzarmi proprio in mezzo alle gambe, mi alzai di scatto e chiesi dov’era il bagno. Ero eccitata. Ma non volevo che nessuno se ne accorgesse.
Me ne andai in bagno che in mezzo alle gambe mi sentivo giá tutta bagnata. Avrei voluto davvero sapere chi dei tre sapeva farmi piedino cosí bene.
Ritornai alla tavola come se nulla fosse successo, quasi piú imbarazzata di prima. Valerio mi chiese se tutto andava bene, gli risposi di sí. Ma in realtá avrei voluto di nuovo sentire quel piede sulle e tra le mie gambe. E puntualmente, successe di nuovo. Lo stesso piede, stavolta sull’ altra gamba inizió ad accarezzarmi dolcemente la caviglia e, salendo piú su, inizió a passare tra le mie cosce per arrivare a sfregarsi con le dita proprio nella mia ormai accaldata passerina.
Restai immobile cercando di mangiare l’avanzo di carne che era rimasto nel piatto. La cena finí con un sorbetto al limone molto delizioso e con Valerio che non faceva altro che parlare col padre –che ogni tanto gettava un occhio su di me- di lavoro e di nuove tecnologie sostenibili, la madre che mi riempiva di complimenti e il fratello che restava fisso a guardarmi, e non so per quale motivo quel suo sguardo mi faceva provare un misto tra eccitazione e fastidio.
La madre si alzó per andare a lavare i piatti. Le chiesi se voleva aiuto,ma disse di no. Valerio se ne andó con suo padre nello studio per vedere l’ultima collezione di profumi Calvin Klein per i quali andava matto.
Rimasi seduta, di fronte a Fabrizio. Dalla tavola cadde una forchetta con cui Fabrizio stava giocando. Fu proprio lui a chiedermi se potevo raccoglierla visto che era caduta dalla mia parte. Mi chinai sotto il tavolo. Ma quello che vidi non era soltanto la forchetta che dovevo raccogliere. Infatti Fabrizio aveva la mano proprio tra le sue gambe, e dai suoi jeans usciva un bozzo molto grande. Ero ancora eccitata per prima. Raccolsi la forchetta, ma subito sentii la mano di Fabrizio prendere il mio polso e dirigere la mia mano in mezzo alle sue gambe. Ero totalmente scioccata, ma allo stesso tempo eccitata. Mi lasciai guidare dalla mano di Fabrizio e iniziai a toccargli il suo membro. Avevo ormai capito che era stato lui a farmi piedino due volte poco prima,mentre eravamo tutti a cena.
Avevo voglia di prenderlo in mano, cosí gli slacciai i pantaloni, glielo tirai fuori ed iniziai a giocarci come solo io so fare. Il suo pene era diventato grande e lungo. Volevo baciarlo e leccarlo, ma avevo paura che Valerio ci scoprisse. Ma la voglia era troppa, cosí me lo misi in bocca ed iniziai a succhiarglielo, eccitandomi sempre di piú. Mentre Fabrizio stava proprio per eiaculare sulle mie labbra, sentii la voce di Valerio chiamarmi. Entrai nel panico, tolsi il pene di Fabrizio dalla mia bocca e sentii dire da Fabrizio che non sapeva dove fossi. Ma ero troppo spaventata per concludere la fellatio. Cosí mi affrettai ad uscire da sotto il tavolo, il tempo di rimettermi il vestito a posto, sentire Fabrizio che mi diceva ‘dove vai?resta qui dai..’ e dirigermi verso il bagno. Riuscii ad entrare senza che nessuno mi avesse visto .L’eccitazione era ancora alta, cosí decisi di masturbarmi in bagno. Uscii e vidi Valerio davanti a me dicendomi che mi cercava e che s’era fatto tardi. Dovevamo andare. Mi avrebbe riaccompagnato a casa in macchina. Pensai anch’io che era meglio andare. Cosí salutai i genitori di Valerio e suo fratello Fabrizio, con la segreta speranza che un giorno avrebbero potuto rinvitarmi a cena.
Ancora oggi Valerio non ha mai saputo niente di me e Fabrizio. Resta il nostro segreto.
Illustrazione: Pranzo sull'erba di Edouard Manet

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